MARCO ROSSINI non c’è più
Ha staccato la spina, tolto gli sci, levato le pinne, posato il martello e smesso di correre ovunque si rendesse necessaria la presenza di chi amava fare. Amava la montagna e sapeva condurre gli sci sia in discesa che in salita. Era l’anima dello sci agonistico giovanile, che ha seguito in prima persona per vent’anni partecipando all’organizzazione delle attività e garantendo la presenza sulle piste come direttore di gara federale diplomato. Per tre anni è stato Presidente dello Sci Club Cai Cantù e per altrettanti anni consigliere del comitato Provinciale della Federazione Italiana Sport Invernali. Era il cardine dei corsi di sci per i piccoli e gli adulti, pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà con quelle liste di legno incollate al piedi. Quanti giovani hanno imparato a sciare con lui, e con lui continueranno a farlo portandolo nel cuore. Praticava anche alpinismo, dove la fatica si sposa con il piacere del silenzio e della meditazione; era anche istruttore di nuoto e di subacquea, forse proprio per lo stesso bisogno di contemplazione della natura incontaminata. Si era specializzato come falegname, ma per tutta la vita ha fatto l’agricoltore e questa combinazione di conoscenze l’ha portato ad avere una professionalità multidisciplinare e a divenire l’uomo di riferimento per ogni problema pratico si presentasse fuori e dentro casa. Sempre pronto a cimentarsi, a dare una mano, senza chiedere nulla in cambio; perché non voleva essere uomo di primo piano, ma spalla competente e disinteressata di chi gli voleva bene. Marco era un uomo a tutto campo, un uomo d’altri tempi, quando la competenza in settori differenti era condizione di vita indispensabile mosso da curiosità e voglia di fare, senza paura di sbagliare, ma d’imparare e trasferire le sue conoscenze agli altri. Il suo altruismo e la sua determinazione ci siano d’insegnamento per affrontare le difficoltà di ogni giorno senza accampare scuse, ma sostenendo con coraggio la sfida e, come ha sempre fatto lui, facendo tesoro di risultati ed errori. Solo recentemente ho saputo che amava disegnare e dipingere, a conferma del suo desiderio di esplorare tutte le opportunità che la vita offre, e lo faceva in silenzio, tenendo questa passione in privato.
Lo Sci Club e il Cai di Cantù hanno perso un amico importante e il suo ricordo sarà sempre nel cuore di chi l’ha conosciuto e apprezzato. La sua mancanza sarà proporzionale a quella sua presenza costante, all’appoggio e all’affetto che ha dato.
Luigi Bernasconi